Storia degli Italiani Tomo 1 by Cesare Cantù

Storia degli Italiani Tomo 1 by Cesare Cantù

autore:Cesare Cantù [Cantù, Cesare]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2015-06-29T22:00:00+00:00


* * *

CAPITOLO XIII.

Seconda guerra punica. Annibale.

Sommessione della Gallia Cisalpina e di tutta Italia.

Piccolo intelletto bastava a comprendere che quella delle isole Egati, più che una pace, era un armistizio, durante il quale Roma si allestirebbe di nuove forze onde all’emula, dopo tolto l’onore e l’influenza politica, togliere e le ricchezze e l’indipendenza. Nella guerra micidialissima, Roma avea perduto cittadini, e Cartagine soltanto mercenarj: ma Roma rifondeasi il sangue versato coll’adottare nuovi figli, mentre a Cartagine, in tempo di pace, i soldati diventavano nemici. Già durante la guerra i mercenarj aveano causato non lievi disturbi ai generali: sicchè questi sotto Agrigento mandarono a macello tre o quattro migliaja di Galli, altri fecero condurre sopra un’isola deserta, e quivi abbandonare. Quando poi, conchiusa la pace, si trattò di congedarli, i Cartaginesi lasciavansi rincrescere tanto esborso; onde i mercenarj mossero contro la città, e in favelle varie, ma con eguale prepotenza chiesero i soldi.238 Cartagine, pretestando il vuoto erario, esibiva un tanto meno: ma quei forti che avevano sottocchio le ricchezze del popolo più trafficante, e quanto facilmente il loro braccio prevarrebbe alle costoro industrie, s’ammutinano; dalle città africane settantamila uomini si rannodano coi ventimila mercenarj, e stringono d’assedio Cartagine. Sono di quei frangenti, ove la superiorità è restituita agli uomini d’azione; e in fatto la fazione guerresca dei Barca, venuta in dechino in grazia della pace, torna a rivalere; ed Amilcare, rimesso al comando, con ferocia combatte la ferocia de’ mercenarj, e ne fa macello.

ANNIBALE IN ISPAGNA

Vinti questi nemici, restava non meno temibile il loro vincitore. I Cartaginesi, non avendo potuto perderlo con un’accusa, lo mandarono a guerreggiare fra i Numidi.237 Sottomessa la costa d’Africa sino all’Oceano, di là egli traeva numerose cerne d’Africani, Numidi, Mauritani, imbizzarriti dalla vittoria; e non avendo altro modo d’alimentarli che la guerra e la preda, li menò di qua del mare nella Spagna, ricca di terreno, di commercio, di miniere. Cartagine non se ne diede per intesa, sperando o che il valore conosciuto degli Spagnuoli toglierebbe di mezzo l’esercito pericoloso; o se questo vincesse, non si potrebbe sostenere che ricorrendo alle flotte di Cartagine, e cedendole il frutto delle sue conquiste.

Campeggiava dunque Amilcare, si può dire, indipendente dalla sua repubblica, e volgeva per la fantasia un’impresa maggiore, suggeritagli dal dispetto d’aver visto la Sicilia ceduta per intempestiva disperazione, e la Sardegna ciuffata dai Romani nel cuor della pace. Ma in mezzo a tali divisamenti rimase sconfitto e ucciso; 228tolto un gran nemico a Roma, e fors’anche a Cartagine.

Asdrubale genero di lui si mise a capo dell’esercito ch’egli abbandonava, e guerreggiò in Ispagna a suo talento; coll’affabilità e coi maneggi più che colla forza trasse dalla sua i regoli del paese, e in faccia all’Africa fondò Cartagine nuova (Cartagéna),226 con eccellente porto e formidabili munizioni, predestinata sede d’un dominio spagnuolo220 che forse egli ruminava alzare emulo di Cartagine e di Roma. Ma uno schiavo gallo lo scannò a piè degli altari.

L’esercito si tolse a capo Annibale figlio d’Amilcare, giovane ventiseienne, che poteva dirsi straniero alla patria, dalla quale era uscito a tredici anni.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.